giovedì 27 marzo 2014

Voce del verbo Moda - la settimana della moda a Torino


La settimana della moda di Torino è stata intensa e fitta di appuntamenti. A differenza delle fashion week nelle grandi capitali però, non si corre da una sfilata all’altra ma bisogna dividersi tra conferenze, incontri, laboratori.  “Voce del Verbo Moda”, organizzata dal Circolo dei Lettori, è stata una bella occasione per discutere, parlare e riflettere sulla moda attraverso una serie di incontri con stilisti e addetti ai lavori. Il programma fittissimo (forse pure troppo) e i vari eventi collaterali ci hanno impedito di partecipare a tutti gli incontri che avremmo voluto, ci limitiamo dunque a una breve carrellata su quello che ci è parso più interessante.



Day 1
“Incontro d’inaugurazione” sul rapporto tra moda e cinema con Carla Fendi, la maggiore delle cinque sorelle,  e Quirino Conti, costumista e filosofo della moda. Abbiamo scoperto come una semplice pelliccia possa cambiare l’idea collettiva di lusso e come in molti casi sia il costumista, più che il regista, a costruire il carattere dei  personaggi proprio attraverso gli abiti.



Day 2
Appuntamento alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per incontrare Alessandra Facchinetti. Siamo rimaste favorevolmente colpite dalla semplicità del direttore creativo di Tod’s, che ci ha raccontato come l’ispirazione per le sue collezioni  arrivi spesso da piccoli dettagli della vita quotidiana: un libro, una frase, un dettaglio catturato per strad, vengono diligentemente annotati su un blocco che verrà poi a creare il mood board della sfilata. In occasione dell’ultima sfilata Tod’s il blocco “segreto” di Alessandra è diventato il press kit, finalmente un comunicato stampa utile e interessante!



Day 3
La nuova stella della moda, Stella Jean, è per metà caraibica e per metà torinese (anche se lei si sente romana); un mix di culture diverse su cui ha costruito il proprio originalissimo brand: tagli sartoriali iper classici abbinati a coloratissime stoffe africane per portare allegria nello stile bon ton.



Di Ennio Capasa, direttore creativo di Costume National, si sa già tutto. Noi abbiamo scoperto che sin da bambino era ossessionato dai capi su misura, tanto da farsi confezionare un soprabito di castoro, che a diciotto anni se l’è svignata all’estero per evitare il servizio militare (e gli è andata bene, visto che è finito a lavorare da Yoji Yamamoto), che le ballerine hanno un’estetica che lo disturba (come non essere d’accordo?)  e che il colore é come un dolce: una fetta è prelibata, uno intero ti nausea.



Day 4
Storia dell’abbigliamento invisibile (leggi underwear) con Chiara Squarcina direttrice di Palazzo Moncenigo – Museo della moda e del costume a Venezia (se non l’avete già visto, mettetelo della to do list per la prossima volta in laguna) che ha spiegato come la biancheria sia sempre stata legata alle vicende sociali del tempo. Ci ha raccontato che sin dall’epoca romana l’intimo è nato per valorizzare il corpo più che per coprirlo, che nel ‘700 anche gli uomini facevano follie per un paio di calze, che il busto ha rovinato la salute di generazioni di donne e che la liberazione dal corsetto non è nata da  una conquista ma dalla necessità di forza lavoro.

E per concludere, due sociologhe della moda ci hanno fatto riflettere sul concetto di bellezza – sia del corpo che degli abiti - lasciandoci un interrogativo: la vera bellezza è omologazione o differenza? Un dibattito su cui si potrebbe discutere per ore. Voi che ne pensate?

1 commento:

  1. La discussione è sempre la parte più bella e questo è stato l'elemento davvero interessante della NOSTRA settimana della moda. Finalmente moda=cultura!!

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