giovedì 28 ottobre 2010

Buried - Se telefonando...


Dopo una lunga pausa, dovuta parzialmente alla carenza di titoli validi, rieccoci a dire la nostra sul titolo del momento: Buried - Sepolto. Quale titolo più adatto per la serata di Halloween? Noi però, a scherzetti di questo tipo abbiamo sempre preferito un dolcetto (a volte anche in bottiglia).
Il film è una coproduzione ispano-australiana capitanata da un regista finora sconosciuto ai più: Rodrigo Cortés.
La trama è presto detta: il convoglio di Paul, camionista "contractor" in Iraq, viene assaltato da terroristi che lo prendono in ostaggio, lo chiudono in una cassa e lo sotterrano. Il film inizia da qui, con Paul che si risveglia nella cassa e inizia una singolare odissea telematica per farsi tirar fuori. Apprenderemo poi che il nostro deve racimolare nientemeno che cinque milioni di dollari per mantenere viva la speranza che lo vengano a liberare.


La sceneggiatura inizialmente pare ricalcare un livello di un ipotetico videogame: c'è un problema da risolvere (l'uomo deve uscire dalla cassa) e ci sono un certo numero di strumenti a disposizione: telefono cellulare, accendino, torcia, coltello e una matita. Tutto sta nel vedere l'utilizzo che il protagonista farà della propria dotazione. 
Invece nel corso del film  l'attenzione non si posa mai troppo sugli aspetti pratici, nonostante l'apparenza iniziale, al regista non importa nulla della verosimiglianza. La sceneggiatura offre in questo senso più buchi di un colapasta, ma - appunto - non è attraverso il metro del verosimile che va valutata la pellicola, bensì con quello dell'emozione, il che di per sè risponderebbe già a un bel pezzo della definizione di Cinema. 

Le risorse a disposizione del malcapitato Paul sembrano non esaurirsi mai, ma non è quello l'importante, ciò che conta è che il protagonista - e con lui lo spettatore - pensi che potrebbero esaurirsi da un momento all'altro; trovata interessante e intelligente che permette di mantenere alto il livello di tensione.  
La cassa di buon legno in cui è rinchiuso Paulie varia le proprie proporzioni in base ai suoi stati d'animo, ci pare, in particolare, in base alla quantità di speranza che gli resta.

Con un film di questo genere non faremo ai potenziali spettatori il torto di anticipare alcunchè della trama. Poichè il protagonista ed i personaggi (o meglio le loro voci) sono yankee ma la produzione è spagnola, tenteremo invece un'analisi comparata del modo di risolvere i problemi rispetto alle culture mediterranee:
  • E' evidente che Paul provenga da una cultura più civile della nostra poichè egli nemmeno per un minuto perde la fiducia nell'ordine costituito, demandando agli organi preposti la propria salvezza invece di, semplicemente, arrangiarsi.  
  • Gli States appaiono come Paese di infinite risorse, ma schiavo della procedura; l'inizativa personale è malvista, meglio attenersi ai protocolli previsti... Quale europeo si fiderebbe dei protocolli previsti, ammesso che esistano? 
  • Non solo: Paul sta al gioco e si fida addirittura della buona fede dei suoi rapitori, che pure dimostrano di essere spietati e non si curano di prospettargli alcuna garanzia. Au contraire sulle nostre sponde ci sembra si sia sempre guardato in bocca al cavallo, soprattutto quando regalato. 
  • Paul - inoltre - certamente proviene da un cultura maggiormente secolarizzata, infatti non prega. Chi di noi fra tronisti, pupe o secchioni che si sia, chiuso in una cassa nel deserto dell'Iraq senza serie prospettive di uscirne, si sente di affermare che rinuncerebbe a tentare una preghierina che - tanto - male non farà?
Tutte le scene si svolgono all'interno della cassa, dove il mondo esterno penetra grazie ai rumori, o alle voci trasportate da un telefono. Il regista merita una menzione speciale per essere riuscito a non annoiare neanche per un minuto del film, che pure si svolge in uno spazio piuttosto angusto. Rodrigo Cortés (Yul, 15 days, The contestant) si guadagna sul campo i rari galloni di autore virtuoso senza risultare stucchevole o autocompiacente.
Ryan Reynolds (una strana carriera in bilico fra diversi generi, da Maial College a Blade:Trinity, Amityville horror, Un segreto fra di noi, fino al più recente Wolverine- le origini. Le più accorte lo avranno ammirato nello spot Hugo Boss Bootled Night è convincente come volto, corpo e voce di un Paul che telefona compulsivamente a chiunque gli passi per la testa (in questo - finalmente! - simile a noialtri).


I costumi non ci sono, rileviamo solo pubblicità nemmeno troppo occulta per una  marca di accendini a benzina molto glamour ed una altrettanto famosa marca di smartphones d'oltreoceano. A questo proposito un particolare che abbiamo trovato divertente: l'agente dell'FBI ha difficoltà a rintracciare il numero di telefono chiamante, ma in compenso è lestissimo nel suggerire il modo più veloce per passare dalla chiamata a vibrazione a quella a suoneria, proprio come se sapesse quale modello viene utilizzato dal protagonista.


In definitiva, non sappiamo se consigliarvi o meno di dare fiducia a questo film. I personaggi sono stupidi, l'atmosfera claustrofobica e il protagonista si ostina a complicarsi la vita non dando le informazioni chiave ai suoi interlocutori, il che ci è risultato piuttosto snervante. Di contro è comunque buon cinema, l'ora e mezza di durata passa rapidamente, l'idea è originale e va di moda parlarne. A voi la scelta dunque!
Da parte nostra chiudiamo con una comunicazione di servizio: prima di recarvi in Paesi pericolosi è saggio fare un salto qui. Poi non dite che non lo sapevate!

martedì 26 ottobre 2010

Hocus Pocus lo stivale giusto per Halloween


Streghette e fattucchiere di tutto il mondo, la vostra notte sta per arrivare, quella di Halloween naturalmente!
Per iniziare l'autunno con il piede giusto (asciutto, possibilmente), Alberto Guardiani Sport ha creato uno stivale apposta per voi, per affrontare la stagione fredda con un pizzico di grinta in più. Hocus Pocus, in gomma e morbido suede dalle eleganti decorazioni arancioni, che tanto ricordano lo sguardo maligno di Jack O'Lantern, è una edizione limitata disponibile solo nelle tre boutique Alberto Guardiani di: Milano (corso Venezia 29), Roma (piazza di Spagna 62-63-64) e Napoli (via Filangieri).

domenica 24 ottobre 2010

Relaxed elegance in stile Balmoral



Volete sentirvi come della regine almeno per poche ore? Mettetevi comode. Da oggi non sono più necessari abiti da sogno e strascichi a rischio inciampo, è arrivato il Balmoral look. Il country-chic ha invaso il mercato sdoganando, anche in città, camicie tartan, pantaloni da cavallerizza e stivali Hunter, un tempo riservati alle brughiere fangose. 
Per tutte coloro che volessero sfoggiare un look understatement-vacanziero degno di Her Majesty The Queen ecco i capi imprescindibili per un tocco di eleganza brit:
(N.B. a meno che non stiate andando a una caccia alla volpe, non indossateli tutti insieme!)



la giacca di tweed o di velluto rasato marrone - perfetta per "nobilitare" i jeans preferiti




la camicia tartan - gli anni '90 e lo stile grunge sono (fortunatamente) passati, quindi bando alle forme oversize. E' la camicia perfetta per rilassarsi nel fine settimana o per sdrammatizzare le gonne a sigaretta a vita alta




t-shirt con cani o cavalli - fa tanto Hermès ed è a buon mercato!




foulard con cani, cavalli o scene di caccia - conferisce un tocco signorile anche al look più easy



stivali di gomma - dagli Hunter (che dal classico verde sono passati a tutti i colori dell'arcobaleno e alle stampe finto struzzo by Jimmy Choo) alle versioni economiche dei grandi magazzini (bellissimi quelli di  Decathlon e Oviesse). Ancora di salvataggio nelle giornate piovose, sono assolutamente out quando non ci sono lampi all'orizzonte (e cuociono pure i piedi)


stivali equestri - un evergreen, stanno bene a tutte e con qualsiasi outfit




pantaloni da amazzone - purtroppo non stanno bene a tutte ma se i fianchi sono stretti oltre ad essere comodissimi sono anche sexy!


Tutto di Zara, foulard di Hermès, stivali di gomma Kiabi e pantaloni Equiline

giovedì 21 ottobre 2010

Giovani talenti: Paola Paletto

abito con cintura tipi "obi" di Paola Paletto
Non chiamatela "sartina"! Paola Paletto rivendica tutta la maestria e la nobiltà del suo mestiere, quello di Sarta (con la S maiuscola). Paola, docente per il laboratorio di sartoria dello IED di Torino e presso l'Ecomuseo Feltrificio Crumière di Villar Pellice, non è lo stereotipo della designer/stilista moderna, vittima (come molte di noi!) di un'infanzia passata a giocare con "gira la moda" e alla sartoria è arrivata a conclusione di un percorso di studi rigorosamente artistico. Dal 2007 firma una collezione tutta sua, grazie alla collaborazione con l'Atelier di via Tessore di Pinerolo.
L'abbiamo incontrata per scoprire da vicino il suo lavoro: sin da bambina ho sempre amato costruire le cose da me - ci racconta Paola - mi ha sempre divertito progettare e vedere  quello che ho pensato concretizzato in un oggetto; per questo motivo è stata naturale la decisione di frequentare l'Istituto d'arte, dove ho scelto la specializzazione in metalli e oreficeria. Per me gli anni delle superiori sono stati gli anni della sperimentazione; non solo creavo gioielli per le amiche ma, utilizzando tessuti di recupero trovati in casa, mi dedicavo anche agli accessori, trasformando, ad esempio, la federa a fioroni della nonna in vezzose borse e spille. Terminate le superiori ho deciso di seguire l'istinto e non preoccuparmi troppo di che cosa avrei fatto dopo, così mi sono iscritta a pittura all'Accademia Albertina di Torino, anni fondamentali trascorsi a studiare disegno e progettazione. Alle soglie della laurea, ho realizzato che la sartoria racchiudeva in sè tutto ciò che avevo sempre studiato: disegno, progettazione e realizzazione del disegno in 3D, così, quasi per caso, sono incappata nell'Atelier di via Tessore dove Giampiero (Capitani n.d.a.) mi ha consigliato di frequentare un corso da modellista all'Istituto Secoli di Milano, e ho così cominciato a collaborare con l'Atelier.


Paola indossa un cerchietto di sua creazione
La ricerca di Paola oggi si focalizza su materiali naturali quali la seta, la canapa e la lanasull'amore per la natura, sulle linee sinuose del Liberty, come si vede bene dai suoi disegni, ispirati a forme naturali come foglie e fiori stilizzati.  

top in canapa con applicazioni
I cerchi concentrici sono il mio marchio di fabbrica, trovo rappresentino bene la filosofia del mio fare moda. Mi piacciono abiti dalla linea semplice, che possano essere indossati in contesti diversi trasformandoli, a seconda delle occasioni, con gli accessori - ci racconta Paola - per la collezione invernale propongo capi dal taglio essenziale, asimmetrico, con colli anni '50 e, proprio allo scopo di reinventare ogni giorno il proprio look, ho disegnato una linea di accessori che comprende non solo gli ormai classici cerchietti, spille e cappe ma anche manicotti e copri-stivali.

abito da sposa in canapa con applicazioni
Contatti:
Paola Paletto
mobile: +39 333.6742582

Abito "Enrica"




cerchietto, pochette e spilla di Paola Paletto

martedì 19 ottobre 2010

Anche Torino Style sostiene la campagna Nastro Rosa


Parte con il mese di ottobre la XVII edizione della campagna "Nastro Rosa" per la prevenzione del tumore al seno. L'iniziativa nata per mano di Evelyn Lauder che nel 1989 condusse la prima campagna di raccolta fondi e, in pochi ani, grazie alla collaborazione delle direttrici delle più importanti riviste femminili americane, riuscì a trasformare il suo impegno nella campagna "Pink Ribbon - Nastro Rosa" un evento di scala prima nazionale e poi mandiale in grado di coinvolgere ben 90 paesi. in Italia l'iniziativa è sostenuta a favore della Lega Italiana per la lotta contro i tumori.
Testimonial italiana per l'edizione 2010 è la giornalista e copnduttrice televisiva Francesca Senette, per tutto il mese di ottobre, infatti, la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) ed Estée Lauder Companies, società leader nella profumeria di prestigio, torneranno in prima linea nella lotta a questa grave patologia neoplastica, che registra annualmente un’incidenza sempre maggiore. Anche quest'anno l'obbiettivo è quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sugli stili di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare.

Elisabeth Hurley e Evelyn Lauder
IL TUMORE AL SENO E L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE
In tutto il mondo occidentale, il tumore al seno è il primo tumore femminile per numero di casi e la sua incidenza è in costante aumento, tanto da essere considerato alla stregua di una vera e propria malattia sociale. In Italia si calcola che nel 2010 i nuovi casi di tumore alla mammella saliranno a circa 42mila. Sconfiggere la malattia è possibile nella stragrande maggioranza dei casi, grazie soprattutto alla prevenzione e all’anticipazione diagnostica.
  
LA CAMPAGNA NASTRO ROSA: LE INIZIATIVE DEL MESE DI OTTOBRE
Per ogni donna la prevenzione deve essere sinonimo di promozione del proprio benessere, della propria salute, ma anche della propria bellezza. Tante le iniziative che saranno realizzate, in tutta Italia, durante il mese di ottobre. Ecco di seguito quali:
Visite senologiche 
Durante il mese di ottobre gli oltre 390 Punti Prevenzione (ambulatori) LILT, la maggior parte dei quali all’interno delle 106 Sezioni Provinciali della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, saranno a disposizione per visite senologiche e controlli clinici strumentali.
Il calendario di visite ed eventi
Per conoscere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio LILT più vicino, in cui effettuare anche esami di diagnosi precoce e controlli, si può chiamare, per informazioni, il numero verde SOS LILT 800-998877 o consultare i siti www.nastrorosa.it o www.lilt.it dove saranno pubblicati anche gli eventi organizzati nelle varie città italiane nel mese di ottobre.


 LE NOVITA’ DELL’EDIZIONE 2010
Monumenti illuminati di rosa in Italia e in tutto il mondo
Nel mese di ottobre, l’Italia intera si tingerà di rosa, colore simbolo della lotta contro il tumore al seno. Una luce rosa, infatti, unirà idealmente la nostra Penisola dal Nord al Sud, con tanti monumenti, edifici e statue che resteranno illuminati per una o più notti a testimoniare che, grazie a un’efficace e corretta prevenzione, questa malattia tumorale si può, e si deve, vincere! E come in Italia, anche in tutto il resto del mondo si accenderanno di luce rosa location famosissime e prestigiose, quali l’Empire State Building (New York, USA), le Cascate del Niagara (Ontario, Canada), Opera House (Sidney, Australia), la Torre 101 (Taipei, Taiwan), il Ponte di Nan Pu (Shangai, Cina), la Torre di Tokyo (Tokyo, Giappone), l’Arena di Amsterdam (Amsterdam, Olanda).
Tatuaggio Nastro Rosa 
Presso tutte le profumerie Douglas sarà possibile accedere alla scatoletta di raccolta fondi Lilt e richiedere il nastro rosa da “tatuare” sulla pelle con adesivo trasferibile. E’ richiesta un contributo minimo di 1€ ad esclusivo sostegno LILT.
Su www.nastrorosa.it parte l'iniziativa "sorridi in rosa"  
La strada della corretta prevenzione non può prescindere dal web. A partire dal 25 settembre p.v. sarà rilanciato il mini portale: www.nastrorosa.it, dove verranno fornite indicazioni specifiche sulla campagna e sulla “prevenzione” del tumore alla mammella.
L’iniziativa “Sorridi in rosa” metterà a disposizione delle donne l’esperienza di Estée Lauder e Clinique nel campo della bellezza: tutte coloro che si iscriveranno al sito www.nastrorosa.it nel mese di ottobre potranno, infatti, scaricare il voucher con cui recarsi presso molti corner Estée Lauder de “La Rinascente” d’Italia e quelli “Coin” di molte città (in ottobre elenco esatto sul sito), per usufruire di una seduta di make up gratuita ad opera di visagisti professionisti, oppure scegliere tra uno dei servizi dei menù di bellezza Estée Lauder e Clinique, come analisi della pelle, scelta del fondotinta perfetto e  percorso profumato. 
Nastri Rosa e guide pocket distribuiti gratuitamente
Inoltre, presso le Profumerie Douglas, i banchi Estée Lauder Companies de La Rinascente e Coin d’Italia si potrà ritirare gratuitamente la Guida Pocket alla prevenzione e l’ormai inconfondibile nastrino rosa, simbolo della Campagna. Il nastro rosa è distribuito gratuitamente anche nelle boutique e nel corner Jo Malone di Milano e Roma, nei saloni Aveda e nelle farmacie che distribuiscono il marchio Darphin in tutta Italia.
Tanti prodotti di bellezza a sostegno della LILT 
Anche quest’anno Estée Lauder Companies supporterà l’attività degli ambulatori della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, contribuendo con il 10% delle vendite del mese di ottobre di alcuni prodotti di bellezza: siero antiage Advanced Night Repair di Estée Lauder, la crema SUPERDEFENSE SPF 25 di Clinique super idratante anti età, Max LS Face Cream di LAB SERIES, crema antietà per gli uomini.
AVEDA donerà 1 € alla LILT per ogni vendita di Hand Relief, ricca e idratante crema per le mani a base di emollienti vegetali. Anche DARPHIN, marchio cosmetico del Gruppo Estée Lauder Companies, distribuito in 400 farmacie selezionate, donerà il 10% su ogni confezione venduta in ottobre della crema Intral, crema per pelli sensibili. I fondi raccolti serviranno a potenziare l’attività degli ambulatori della LILT, in cui già si effettuano ogni anno oltre 400mila controlli diagnostici. Sostenitori della campagna anche La Mer e Jo Malone.
Collezione Rosa di borse da viaggio Tumi  
Su una selezione di modelli e accessori femminili in colore rosa, il lussuoso marchio americano Tumi devolverà il 20% delle vendite.
Coltelli rosa della linea Kyocera Ishi Ba 
Uno speciale coltello in ceramica con il manico rosa a marchio Kyocera sarà disponibile presso le coltellerie e negozi di articoli per la casa che aderiscono all’iniziativa Campagna Nastro Rosa. Kyocera Ishi Ba devolverà alla LILT il 10% delle vendite del coltello creato appositamente per l’occasione.



domenica 17 ottobre 2010

Make up per tutte! Review prodotti e.l.f.


Non è la prima volta che vi parliamo dei prodotti e.l.f. (leggi post). L'azienda americana di cosmetici in vendita solo on-line (in Europa arrivano dalla Gran Bretagna quindi niente dogana) è conosciutissima dalle beauty-internaute per l'imbattibile rapporto-qualità prezzo. Il costo dei prodotti varia da 1 euro e 70 per quelli della linea standard a 4 euro per la linea-lusso Studio. Prezzi troppo ghiotti per passare inosservati agli occhi delle appassionate, tra cui, naturalmente, ci siamo anche noi! Immaginate dunque la nostra gioia quando, qualche giorno fa ci è arrivata direttamente from UK una scatoletta "sorpresa" con alcuni prodotti da testare: due smalti, un matte finisher, un blush, un ombretto minerale, due rossetti e un trattamento ciglia. Diciamo subito che e.l.f ha passato brillantemente la prova con il punteggio di 6 a 2.
 

Gli smalti ci sono piaciuti, sia per la durata che per la texture; si applicano facilmente e inoltre hanno il vantaggio di costare solo € 1,70, per cui ci si può sbizzarrire con la vasta produzione e.l.f. in tutti i colori dell'arcobaleno + 1! Noi abbiamo provato Red Velvet, un bel rosso intenso brillantinato ma non troppo (per intenderci, è adattissomo anche se i 15 anni li avete passati da un po') e il Desert Haze, una sorta di taupe tendente al grigio che va per la maggiore già dallo scorso inverno. Nei confronti di quest'ultimo eravamo un po' perplesse perchè temevamo conferisse un colorito "poco sano" alle unghie. Ci siamo dovute ricredere, è una bella tonalità neutra, molto adatta all'inverno e sta particolarmente bene se il colore viene richiamato anche nell'abbigliamento.


Il matte finisher è una sorta di velo  trasparente da stendere sullo smalto asciutto per un effetto satinato. La prima volta che abbiamo visto un equivalente è stato al Cosmoprof e la nostra reazione è stata: "perchè rendere opaco uno smalto visto che si fa tanta fatica ad ottenere l'effetto lucido?". Anche in questo caso abbiamo dovuto riconsiderare le nostre posizioni, lo abbiamo provato sul Red Velvet e ci è piaciuto tantissimo! Un effetto molto sofisticato adatto a qualsiasi età. L'unica pecca è che, a nostro parere, riduce la durata dello smalto, è meglio essere prudenti per evitare scheggiature e sollevamento della vernice. Considerando che il prezzo del Matte Finisher Clear Nail Polish è solo € 1,70, vale comunque la pena di togliersi lo sfizio e sfoggiare di tanto in tanto una manicure diversa.

Rossetto Voodoo

Rossetto minerale Cool Coral
 Abbiamo provato anche due rossetti, uno è il Voodoo della linea di rossetti standard (€ 1,70), un bel colore adatto al trend gotico di quest'inverno, senza drammatizzare troppo; ideale per le "golose" il rossetto Voodoo è anche profumatissimo! L'altro è il Mineral Lipstick (€ 4), della nuova linea di make up minerale e.l.f.,  nel colore Cool Coral, un aranciato naturale molto portabile, adatto a tutte. Il packaging è carino, la texture morbida ed idratante, la durata è buona, nel nostro caso è un paio d'ore. 


Della linea Mineral abbiamo provato anche l'ombretto (€ 3,50) nel colore Caffeinated, un bel marrone intenso con micro-glitterini oro. Come tutti i prodotti minerali, si può applicare direttamente  o inumidito con l'acqua per un effetto più intenso.    


Il blush Candid Coral della linea Studio (€ 4), è perfetto per un colorito naturale e adatto a qualsiasi tonalità della pelle, ravviva le pelli smorte (come la nostra) e dona un colorito sano a chi è più scura. In precedenza avevamo provato anche il Blushing Rose, ci era piaciuto molto anche se l'avevamo trovato più adatto per chi ha la pelle un po' più scura della nostra oppure per la sera o per l'estate.





Voto negativo invece per l'Eyebrow Treat & Tame (€ 4), un nuovo prodotto due in uno formato da un colore che si stende con il pennellino sulle sopracciglia per definirne la forma e da un gel per fortificarle. Nel nostro caso (abbiamo entrambe sopracciglia sottili e spelacchiate, ahimè!), il prodotto tinge non solo le sopracciglia ma anche la pelle sottostante, essendo difficile da sfumare (da asciutto è molto difficile e da "fresco" sbava) la colorazione si fa notare troppo conferendo un effetto "finto". L'applicatore (che si presenta come un applicatore da mascara) è un po' troppo grande rischiando così di andare fuori dai bordi. Anche il gel non ci ha convinto, si appica con un pennellino che distribuisce un po' troppo prodotto con un effetto un po' troppo "leccato".

venerdì 15 ottobre 2010

Giovani talenti - Giulia Boccafogli


Giulia Boccafogli non è un nome nuovo per i nostri lettori più affezionati, l'abbiamo conosciuta  al Fashion Camp di Milano e incontrata all'ultima edizione del torinese ByHand. Giulia è una giovane architetto bolognese che alla professione "ufficiale" di architetto di interni affianca la passione per la progettazione e la creazione di gioielli, passione che si è trasformata quasi in un lavoro, le creazioni di Giulia piacciono e si moltiplicano i negozi che vendono gli ormai celebri "giulielli", fino alla grande distribuzione: Coin, il grande magazzino veneto, le ha recentemente offerto uno spazio tutto suo. Abbiamo incontrato Giulia per farci raccontare qualcosa di più:

  
Tutte noi ci siamo cimentate nella creazione di gioielli (nel mio caso con risultati tristemente poco brillanti), com'è nata la tua passione per i gioielli: autodidatta super-dotata o hai seguito dei corsi?
Mi piace l'espressione "autodidatta super-dotata", in effetti non mi sento molto super-dotata...ma super-appassionata sì. Ho sempre avuto la necessità di esprimermi in qualche campo creativo. Il disegno è fin da piccola una delle mie grandi passioni e quando a 13 anni ho deciso di fare il liceo classico, per sopperire alla mancanza di materie "pratiche" e creative a scuola ho iniziato a dedicare tutto il mio tempo libero a studiare disegno. Ho passato tutte le domeniche nello studio-atelier di un amico di famiglia scultore a ritrarre le sue opere, a imparare ad osservare e a riportare su carta quello che vedevo, le tecniche, i chiaroscuri, ho seguito corsi di disegno dal vero presso i Musei civici di arte antica a Bologna. Insomma avevo bisogno di questo mondo. A 19 anni ho iniziato, un po' per caso, a confezionare bijoux per fare regali alle amiche, per combattere la noia delle giornate estive, e da lì è iniziato tutto. Poi mi sono iscritta ad architettura e ammetto che la scelta di questo percorso di studi ha influenzato molto il mio modo di creare. Alla base di tutto cio' che creo ci sono progetto e disegno, e in questo senso sicuramente di studio ce n'è stato tanto.


Molte delle tue creazioni sono realizzate in pelle, un'idea originale che ho visto solo nei tuoi gioielli, come ti è venuto in mente di lavorare questo materiale e quali sono le altre "materie prime" che preferisci?
La pelle è un materiale fantastico: morbido e malleabile ma robusto e tenace. Permette un approccio grafico ma anche "plastico" e mi da la possibilità di adattare facilmente le mie idee e le mie ispirazioni. Inoltre c'è anche il fattore "eredità". Una parte della mia famiglia aveva un negozio di scarpe artigianali e un laboratorio qui a Bologna, e in particolare una mia prozia lavorava la pelle in modo incredibile. L'idea di creare disegni da indossare fatti di foglie in pelle mi è venuta osservando dei quadri fatti da lei proprio con questa tecnica, bellissimi e magici: un'esplosione di colori. 
Inoltre era molto tempo che volevo creare dei gioielli grafici e in questo ultimo periodo una delle strade di ricerca che piu' mi affascina è proprio l'idea del gioiello che diventa abito. Un accessorio che, poichè fortemente caratterizzante, diventi irrinunciabile e protagonista assoluto.
La pelle comunque non è l'unico materiale che lavoro. Adoro il rame, il modo in cui invecchia e si colora. Amo le fibre tessili, la seta in particolare. Uso moltissimo i bottoni, ma cerco sempre di usarli come pietre, per cui spesso li "incastono" nelle composizioni di pelle come punti focali, per questo faccio molta ricerca e mi piace usarli in vetro o in passamaneria, magari d'epoca e quindi con un valore aggiunto intrinseco. Adoro tutti i materiali con un valore storico, come le velette anni '30 originali che uso, lavorandole a vapore, per i miei cerchietti-cappellino, gli Hair Graces. Infine uso anche  materiali piu' "tecnici" come l'acciaio (che adoro) e i materiali per rivestimento d'interni, eredità della mia professione, come linoleum e gomme. Ma non mi pongo limiti e la scelta del materiale è sempre subordinata al progetto che intendo realizzare.


Fiori, foglie, farfalle... A cosa ti ispiri per le tue collezioni?
Sicuramente la natura è la mia fonte di ispirazione principale. Cerco però di interpretarla sempre in modo personale e intimo. Una delle mie ultime creazioni sono le Sarracenie: si tratta di collane pendente fatte in pelle, modellata a caldo, ispirate al mondo delle piante carnivore, al fiore di Sarracenia appunto. In realtà vado a periodi e non mi piace pormi limiti, per cui l'ispirazione è davvero in tutto cio' che desta la mia curiosità e in tutto cio' che mi rimane negli occhi. I colori sono un'altra fonte di ispirazione incredibile. A mio avviso i colori parlano ed io ne ho bisogno.


I "giulielli" da passione stanno diventanto quasi un vero e proprio lavoro, un sogno che si realizza, qual'è stato il tuo percorso? 
In effetti ormai è un lavoro. Ho cominciato, come spesso accade, per caso. Per me era un bellissimo hobby dove riuscivo ad esprimermi al meglio. Poi piano piano ho scoperto che cio' che facevo piaceva davvero e molte persone desideravano avere una mia creazione. Da lì ho cominciato tutto. Pero' ammetto che mai avrei immaginato di farne il mio lavoro. Lavoro molto e intensamente, ma non sento il peso: questo è amore!

 

Hai appena realizzato una capsule collection per i grandi magazzini Coin, una grande e meritatissima visibilità, com'è iniziata questa avventura?
Un'avventura incredibile e un sogno. Sono stata contatta dal gruppo Coin per una collaborazione ad aprile. Incredula sono andata ad incontrare la responsabile che mi aveva selezionato e lì il sogno ha avuto inizio. Fino al 3 novembre potrete trovare un corner con una selezione delle mie collezioni in sette sedi Coin italiane: Padova, Treviso, Vicenza, Pavia, Ferrara, Rimini e Roma-Cola di Rienzo, in occasione del Temporary Store Urban Life (l'evento è iniziato il 10 settembre). Misurarmi con questa macro realtà è stato incredibile: formativo, importante e appagante. Devo davvero ringraziare tantissimo il gruppo Coin per questa straordinaria opportunità.


I punti vendita che propongono i "giulielli" si stanno moltiplicando in tutta le penisola, dove possiamo trovare le tue collezioni?
Sul mio sito internet (qui), sotto la sezione "shop" è possibile visionare tutti i miei punti vendita in Italia, piu' due portali on line, Aldomoro5 e Emporio Ecologico, piu' le sette sedi Coin fino al 3 novembre. Dei 23 punti vendita, selezionati e con proposte interessantissime sotto tutti i fronti, segnalo Abra Home, a Castelfranco Emilia (MO) in Corso Martiri 326/E (link) dove le mie collezioni arriveranno a fine mese, Firmafedesette a Sarzana (di imminente apertura) e Sayang Ku in via Barbaroux 38 a Torino, che inaugurerà attorno al 20 di ottobre, con cui ho iniziato una stimolante e bella collaborazione. Naturalmente vanno a consolidarsi le collaborazioni anche con tutti gli altri punti vendita, da LittleBlackDress a Caserta della vulcanica Alessia Caliendo, con la quale sto progettando una nuova collezione in esclusiva, passando per La madeleine, il bellissimo negozio di Stefania, in via Ganaceto a Modena. Inoltre le nuove collezioni stanno arrivando in un po' ovunque, presto da Didi Concept Store a Pavia arriveranno interessanti novità e potrei andare avanti ancora perchè con ogni boutique che ospita le mie creazioni mi piace poter instaurare un rapporto di collaborazione e scambio reciproco. Finisco segnalando Miss Murple a Padova in via Roma 109 che al momento ospita la gamma piu' ampia delle mie collezioni e una selezione di designer davvero interessante e Arter Ego a Verbania Intra in via San Vittore 74, uno splendido spazio interamente dedicato al mondo dell'handmade di alta qualità!. Naturalmente è sempre attiva, su appuntamento, la mia show room a Bologna, in piazza della Mercanzia 2.
Per tenersi aggiornati sulle mie collezioni e gli eventi a cui partecipo vi suggerisco di seguire il mio blog giulielleria.blogspot.com e la mia pagina facebook "i giulielli di giulia boccafogli", perennemente aggiornata. 
Sono sicura di avervi stordito a sufficienza con il mio solito fiume di parole. Ringrazio ancora tantissimo Torino Style per questa bella opportunità e voi lettori per la pazienza che avete avuto!

mercoledì 13 ottobre 2010

Il Maestro della Tela Jeans



Da quarant'anni ha letteralmente invaso il mondo e conquistato ogni armadio. Nell'immaginario collettivo è la ruvida stoffa che veniva imbarcata a Genova per l'America, la telaccia blu che seriva per i pantaloni da lavoro degli operai e poi il simbolo dell'avventura a Ovest.
Ora scopriamo che il "jeans" ha origini più antiche, veniva usato già nel Seicento per gli abiti, o forse gli stracci, dei poveri, come documentano le opere del Maestro della Tela Jeans, una decina di quadri esposti alla Galerie Canesso di Parigi fino al 6 novembre 2010, che ritraggono mendicanti e contadini, tratto unificante la povertà e i vestiti in quello che ancora non si chiamava jeans ma era evidentemente una telaccia ruvida ma robusta e a poco prezzo, tutto quello che gli "ultimi" del Seicento potevano permettersi.


Le opere sono sicuramente tutte della stessa mano ma l'autore non è stato identificato e, come usa la critica d'arte in questi casi, è stato provvisoriamente chiamato "il Maestro della Tela Jeans", in attesa di soprire chi sia veramente questo pittore.


In concomitanza con la mostra che ha portato il Maestro della Tela jeans agli onori delle cronache, è stata avviata una collaborazione con Marithé e François Girbaud, i "re" del jeans subalpino, che hanno prodotto in esclusiva alcuni capi con la tecnica "wattwash", in pratica stampando a laser le opere del maestro su giacche in jeans di taglio moderno, con un effetto monocromo di "tela jeans su jeans".



Un'idea originale e innovativa ma a noi che siamo romantiche amanti della storia sarebbe piaciuta una piccola collezione di giacche di taglio seicentesco, perchè glamour e rivincita sociale sono nel destino della tela blu di Genova.

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