Nel nostro mondo occidentale di benessere, l'abbondanza è una costante e l'eccesso frequente. Chi può dire sinceramente di possedere solo l'essenziale e mostrare una casa minimal perfettamente ordinata? Noi no di certo e per questo, anche a seguito del buzz multimediale, questa estate ci siamo dedicate allo studio del libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino. Una lettura certamente interessante, anche se dobbiamo confessare che non ci ha illuminate come è successo a tante altre persone, anzi, ci ha lasciato un po' perplesse: nessuna rivelazione risolutiva ma un mix di ovvietà e soluzioni a dir poco bizzarre.
La teoria
Il concetto base dell'ordine di Marie Kondo è una vecchia massima della nonna: "un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto", e su questo, niente da dire. E' vero che se troviamo una collocazione per tutto e la usiamo subito, senza lasciare roba in giro, tutto sarà certamente più ordinato e facile da trovare, ed è altrettanto vero che meno cose abbiamo, che siano vestiti, oggetti, libri, mobili e qualsivoglia altra cosa, più sarà facile tenerle in ordine e semplificare la nostra vita.
L'altro caposaldo di Marie è "conservare solo le cose che ci danno un'emozione", liberarsi di tutte le altre. Anche qui non possiamo che essere d'accordo, però...
Però buttare via alla disperata, cercando di riempire più sacchi dell'immondizia possibile, ci sembra troppo! Marie è una "buttatrice" convinta e tutto ciò che non viene utilizzato e occupa spazio prezioso deve finire senza pietà nel cassonetto dell'immondizia: non va regalato ad altri (perchè davanti a un regalo difficilmente si dice di no) perché finirebbe per intasare gli armadi altrui, e i charity-shop non vengono neanche menzionati.
Riguardo all'evitare di comprare oggetti inutili e sulla buona abitudine di monitorare almeno una volta all'anno il contenuto degli armadi ed eventualmente buttare robaccia senza futuro e riutilizzo, ci trovate perfettamente d'accordo ma, un conto è il vecchio Motorola Star Tack che giace nell'oblio dal 1999, tutto un altro paio di maniche sono oggetti di valore che, anche se non utilizzati, sarebbe sacrilego buttare nell'immondizia. Sbatto nella campana del vetro il vecchio servizio di Baccarat della nonna che in effetti non uso mai perché è troppo delicato? Il ritratto del trisavolo con la faccia antipatica andrà nell'indifferenziato? E i moon boot che non metto più dalla nevicata del 2012 che faccio, li butto? E sei poi quest'inverno vengono 30 cm di neve cosa metto nei piedi?
Le assurdità
Oltre ad impennare i costi di smaltimento rifiuti, Marie ci fornisce anche alcune soluzioni organizzative a dir poco "stravaganti" e poco funzionali. Funzioneranno magari per gli amici del sol levante ma noi ci siamo trovate decisamente "lost in translation".
Non fare il cambio di stagione ma tenere tutto nell'armadio suddiviso per "pesantezza" del capo: la lana tutta insieme, i capi di cotone, ecc...
I vantaggi sono che si risparmia il tempo dedicato al cambio di stagione e in questo pazzo mondo di cambiamenti climatici repentini si ha tutto a portata di mano. Sarà... ma a parer nostro, oltre a funzionare solo se si possiede un guardaroba piuttosto snello e si vive in un clima senza grandi sbalzi di temperatura, la soluzione presenta qualche problema. Il cambio di stagione è l'occasione ideale per lavare e rimettere in sesto capi che necessitano di riparazioni, per misurare le cose e regalare ai charity quello che non ci piace più o non è più della nostra taglia. Evitando questo passaggio fondamentale i capi che mettiamo di rado (o mai) resteranno dimenticati per decenni in fondo a qualche cassetto. Senza dimenticare le insidiose tarme (ci sono solo a casa mia?), se la lana non viene messa via pulita e circondata da naftalina o simili, al momento buono l'amato golfino di cashmere sarà ridotto a un colabrodo!
Buttare i libri. Perchè non farne un bel rogo? In passato andava di moda! Sarò all'antica ma buttare i libri mi sembra sacrilego. Vero è che la maggior parte dei libri che abbiamo in casa non verranno aperti una seconda volta. Personalmente l'anno scorso ho fatto un bel censimento e ho regalati alla biblioteca di quartiere tutti i libri che era evidente non avrei mai più riletto.
Strappare le pagine ai libri e conservare solo gli estratti interessanti. La domanda sorge spontanea: fa più disordine un libro in più o un dossier pieno di fogli svolazzanti che, al momento buono, non saremo in grado di ritrovare? O ancora peggio, la teoria molto zen di buttare via le foto e conservare i ricordi nel proprio cuore vivendo al massimo il presente... Certo l'ordine e lo spazio ne guadagnano, però chi ha il coraggio di farlo???
Altre teorie sono un po' strane, ma si potrebbero anche provare, tipo piegare i vestiti in modo che siano visibili in verticale (ma per questo ci sono le lezioni private di Marie) o non appaiare i calzini "appallottolandoli" insieme a coppie ma piegarli elegantemente a gruppi di due. Adesso non so quanti calzini abbiate e come sia il loro cassetto ma quanto può durare una coppia così poco ben saldata? L'orgia del calzini è alle porte!
Detto questo, Marie Kondo dà anche delle dritte utili per tenere a bada il disordine e soprattutto ci fa riflettere su che cosa è importante per noi, forse lo spunto più interessante della sua teoria.
Ora però siamo curiose di sapere quante tra le nostre lettrici appartengono alla categoria delle accumulatrici e che cosa pensate di questo libro.
Marie Kondo - Il magico potere del riordino
Vallardi, 13.90 euro
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