venerdì 29 marzo 2013

Gli amanti passeggeri - se almeno l'aereo si fosse schiantato

a cura di The Talking Mule


Gli amanti passeggeri è l'ultima fatica di Pedro Almodóvar, nella quale si immagina un aereo di linea (la evocativa compagnia "Peninsula") che a causa di una avaria, invece di volare a destinazione è costretto a girare senza meta sopra la Spagna, in attesa di trovare una pista libera per tentare un'atterraggio d'emergenza carico di incognite. A bordo dell'aereo si trova una dozzina di personaggi variamente surreali, come nella tradizione dell'autore.

Il film, che ha i toni della farsa di costume, segue per tutto il tempo le vicende dei personaggi "bloccati" sull'aereo dove passano il tempo fra alcol, allucinogeni e sesso, tentando di stabilire un contatto con i propri cari a terra. Alla fine del "viaggio" quasi tutti avranno le idee più chiare sul proprio futuro.

Lola Dueñas - Bruna

Gli attori sono ben selezionati, dal trio di steward gay Javier CámaraRaúl ArévaloCarlos Areces, il funebre messicano Infante di José María Yazpik (visto in Beverly Hills Chihuahua), l'attore superficiale e sciupafemmine  Ricardo Galán di Guillermo Toledo, fino alle presenze ricorrenti nei film di Almodóvar: Lola Dueñas nel ruolo della sensitiva Bruna e Cecilia Roth che fa l'attrice e prostituta d'alto bordo Norma Boss. Blanca Suarez (già vista in La pelle che abito) è molto bella. Solo un cameo ma significativo per Paz VegaAntonio Banderas e Penelope Cruz.
La fotografia è affidata a José Luis Alcaine, un veterano con oltre 45 anni di carriera alle spalle che ha lavorato con tutti i più grandi spagnoli, ma anche con italiani come Lattuada e Lenzi e ultimamente anche americani come Petrie figlio e De Palma.

Javier Cámara, Raúl Arévalo, Carlos Areces

Da salvare ci sono quattro scene: il prologo con Banderas e la Cruz (bravissimi), la scena con i tre steward che illustrano le dotazioni di sicurezza prima del volo e quella con il balletto, più per il coraggio di farla davvero che per la scena in sè.
Il vero sprazzo di genio è quello di non riprendere le scene dell'atterraggio, di cui viene mantenuto solo il sonoro, mostrando riprese delle sale deserte dell'aeroporto di Ciudad Real, un'ambiziosa opera che nelle intenzioni (governo Zapatero bis) doveva essere il "secondo scalo" di Madrid, nella realtà venne inaugurato nel 2008 e chiuso ai voli di linea nel 2011, dopo un investimento di un miliardo di euro. Tanto per dire che tutto il mondo è paese.

A voler trovare un (involontario) messaggio, la metafora non è solo per la Spagna, ma per l'Europa: se perdiamo di vista i contenuti di fondo non ci resteranno che involucri vuoti. Troviamo una pista d'atterraggio, prima che sia tardi. Secondo me si chiama cultura, anzi Cultura, ed è solo ritrovando questa che recupereremo identità e senso della direzione, sperando non sia già troppo tardi.

Blanca Suárez - Ruth

Salvato ciò che si può trovare di positivo, non resta che impugnare il piccone: sebbene Almodóvar ci abbia abituati da sempre ad una produzione altalenante in ispirazione e qualità, devo dire che non mi aspettavo nulla di così deludente. Nelle intenzioni la farsa rappresenta la crisi della Spagna, la metafora dell'aereo che cerca una "soluzione d'emergenza" tenendo i passeggeri di classe turistica narcotizzati sarebbe anche potente, ma lo svolgimento del tema difetta da tutte le parti. I personaggi sono eccessivamente caricaturali (basta vedere come sono raffigurati i gay...),  le situazioni sull'aereo fastidiosamente (e inutilmente) pecorecce.

Nei primi film (a cui c'è un evidente richiamo fin dalla grafica dei titoli di testa) la trasgressione era un'allegra reazione a decenni di stallo culturale, ma non era mai fine a se stessa. La crisi nei personaggi era sempre il preludio a una rinnovata consapevolezza, a un rifiuto delle convenzioni sociali sulla base dei quali reimpostare la propria vita. Qui della trasgressione è rimasta solo una crosta, rotta la quale c'è solo vuoto, volgarità e mancanza di ispirazione.

José María Yazpik e Cecilia Roth

Se volete passare un serata al cinema, fate un favore a voi e uno ad Almodóvar: andate a vedere qualcos'altro. Voi impiegherete meglio il vostro tempo e lui avrà modo di rendersi conto di aver fatto un passo falso. Il regista è bravo sempre, lo sceneggiatore solo a volte: a noi del pubblico il compito di mandargli i segnali che gli consentano di mantenere la rotta.

2013 - Gli amanti passeggeri (Los amantes pasajeros)
Regia: Pedro Almodóvar
Musiche : Alberto Iglesias
Fotografia: José Luis Alcaine

mercoledì 27 marzo 2013

Roberto Capucci - La ricerca della regalità (parte seconda)


Bisogna avere forza interiore per portare gli abiti di Roberto Capucci, altrimenti rischi di esserne divorata. Ha detto Raina Kabaivanska cantante lirica che da cinquant'anni veste Capucci.  Oggi abbiamo bisogno di bellezza, ringrazio Roberto che mi ha fatta bella, una bellezza che irradia tutto intorno. 

Arte e architettura sono una fonte d'ispirazione per Capucci, la bellezza di questi abiti lascia a bocca aperta ispirati ai capitelli e ad altri elementi architettonici.


Abito "Capitello Corinzio", 1989 


Abito "Colonna dorica", 1978


 Abito "Capitello a paniere" con corpino ad intarsi oro e argento 
ispirato ai mosaici bizantini, 1989

Affascinanti le dodici architetture in tessuto dedicate ad altrettanti minerali per la Biennale di Venezia del 1995.

In primo piano l'abito "Cinabro" in taffetas bordeaux, 1995
Abito "Antinomite" in taffetas argento, 1995
Dettagli dell'abito "Sagenite" in shantung oro e corpino a cordoni, 1995
Abito "Pirite" in teffetas blu con elementi in taffetas plissé bronzo, 1995
Abito "Fluorite" in velluto viola con elementi a fogli aperti in taffetas, 1995
Dettaglio dell'abito "Lapislazzuli" a pieghe multicolori, 1995
Il percorso si conclude in crescendo con una serie di abiti rossi tra cui "Fuoco rosso" ispirato al potere magnetico delle fiamme del 1985 e il celebre "Ventagli" del 1980 con elementi a ventaglio inseriti nei fianchi della gonna che si aprono e chiudono con effetto sorpresa, come la coda di un pavone.

Abito "Fuoco": per la prima volta, per creare l'effetto della fiamma, il tulle è stato utilizzato verso l'alto invece che verso il basso.

Roberto Capucci - La ricerca della regalità
23 marzo - 8 settembre 2013
Reggia di Venaria Reale (Torino)
Da martedì a venerdì dalle 9.00 alle 17.00  - sabato e domenica dalle 9.00 alle 20.00
Ingresso - 10 euro

domenica 24 marzo 2013

Roberto Capucci - La ricerca della regalità (parte prima)

Angelo d'oro - 1987
Lavoro dal 1950 con l'entusiasmo del primo giorno, le stesse paure, le stesse gioie, le stesse ansie. Il lavoro mi ha dato gioia e io in lui ho trasmesso il racconto della mia vita, l'emozione delle mie giornate. Per me non c'è niente di più bello di stare al tavolo e disegnare.
Così Roberto Capucci presenta la mostra "Roberto Capucci - La ricerca della regalità" inaugurata il 23 marzo alla Reggia di Venaria Reale, una retrospettiva su cinquant'anni di attività, perchè Capucci non è uno stilista ma un artista che si esprime attraverso la moda.


Abito "Farfalla", 1992
La mostra celebra il genio creativo di Roberto Capucci con un'attenzione speciale alla regalità, uno dei temi di ricerca più cari al maestro della moda con abiti da giorno e da gran sera, creazioni per matrimoni e cerimonie, per il teatro fino agli abiti - scultura ideati per esposizioni museali.

La mostra si apre con la sezione dedicata agli abiti da sposa.


Abito da sposa "Tiepolo", 1992
Abito per la marchesa Valentina Marini Clarelli-Nasi, 1982
Abito per la marchesa Polissena di Bagno, 1983
Sposa rossa, 2009
 La seconda sezione una selezione di disegni e schizzi, la terza invece è dedicata alle donne, primedonne e nobildonne vestite da Capucci tra il 1952 e il 1992.


Abito di gala a panneli di velluto (verde, blu, rosso) indossato da Rita Levi Montalcini alla cerimonia  del premio Nobel 1986.
Abito "Nove gonne" presentato al Pitti nel 1956 e acquistato da Esther Williams
Tunica per Silvana Mangano, in georgette con applicazioni di corda su scollo e maniche, 1971
Abito per Valentina Cortese, 1987
Molto interessante è la sezione ispirata alla natura, fiori, foglie, farfalle trasformati in forme e dettagli 


"Abito alato" in velluto prugna e raso viola, 1981 - Abito scultura ispirato al bronzo romano "Vittoria alata", 2011

Dettaglio dell'abito "Primavera", 1989
Abito "Orchidea" in taffetas plissé nero con bordi bianchi e volute, 1987

Roberto Capucci - La ricerca della regalità
23 marzo - 8 settembre 2013
Reggia di Venaria Reale (Torino)
Da martedì a venerdì dalle 9.00 alle 17.00  - sabato e domenica dalle 9.00 alle 20.00
Ingresso - 10 euro

Roberto Capucci autografa il catalogo

venerdì 22 marzo 2013

Primavera stellata



C'è aria di primavera nello shopping, dalle vetrine cominciano ad affacciarsi vestiti e gonnelline tipicamente estivi ma chi ha voglia di comprare se per sfoggiarli dovremo attendere ancora qualche mese?
Allora buttiamoci sulle stelle, sono proprio una delle stampe del momento, e illuminano - oltre alle notti più romantiche - maglioni, bluse, magliette e, perfino le scarpe. 
Una bella idea per portare un po' di allegria sia nei capi "di passaggio" tra una stagione e l'altra che per i capi estivi che sfoggeremo anche dopo il prossimo equinozio.



stars



1. Top Pret a Surf - 145 euro
2. Slippers Vans - 62 euro
3. Sciarpa Chicwish  - 23 euro
4. Maglia Chinti and Parker - 425 euro
5. Borsa Yves Saint Lauren - 1.155 euro
6. Slippers Zara - 39 euro
7. Topshop - 6.19 euro
8 Cardigan H&M -9.95 euro


mercoledì 20 marzo 2013

Talenti emergenti: Alessandra Scarfò


Alessandra Scarfò è una giovane designer che abbiamo scoperto in occasione di Operae - mostra mercato di design autoprodotto che si è tenuta a Torino lo scorso novembre (leggi post QUI). Nonostante sia sempre in giro per il mondo, tra una fiera e l'altra, qualche giorno fa siamo riuscite finalmente a conoscerla di persona!
Dopo la laurea al Politecnico di Torino e la specializzazione a quello di Milano, Alessandra ha iniziato a lavorare per uno studio di progettazione prodotto e, dopo qualche tempo, ha deciso di aprire un proprio studio e il brand Merci di culto specializzato in merchandise e bijoux.



Ritengo importante che il design sia accessibile a tutti, ho scelto così di lavorare con materiali "poveri": plexiglass per i bijoux, ceramica per l'oggettistica e legno per l'arredamento. Realizzare un oggetto speciale a prezzi contenuti è una sfida che mi entusiasma e mi stimola a cercare soluzioni sempre nuove - racconta Alessandra
L'idea di creare bijoux in plexiglass a specchio è stata subito premiata dal pubblico: è un materiale poco costoso, luccicante (come piace a noi donne n.d.r.) e il taglio a laser con cui sono realizzati mi permette di sbizzarrirmi in forme inconsuete e sempre nuove - prosegue Alessandra - orecchini a forma di sedia (come omaggio al design), di moka e tazzina da caffè (come simbolo del'Italia), di Mole Antonelliana (come omaggio alla mia città), hanno riscosso subito un grande successo!  



Il mio obbiettivo è diventare una designer a 360° - continua Alessandra - per questo non mi sono limitata ai bijoux. Ancora in plexiglass (ma c'è anche la versione in legno naturale) ho progettato una sedia a listelli realizzata interamente a incastro e, con lo stesso principio, un cavallo a dondolo intercambiabile che si può trasformare a seconda del gioco e della fantasia in cavallo, cammello o cavalluccio marino.




Stesso tipo di progettazione anche per la lampada a incastro all'insegna dell'eco-sostenibilità, realizzata senza colle e senza chiodi. la nostra preferita è la versione in legno dalla luce calda e avvolgente.


Divertentissime anche le tazze in ceramica Liquid Mug con il macchia-piattino, la tazza Cioc Cioc appositamente studiata per la cioccolata calda e Cup Cioc, la tazza trapezioidale che capovolta richiama la forma di una quadretto di cioccolato (che Alessandra sia una fan del cacao?!)



Last but not least, dalla collaborazione con Relov è nato lo skate board di design, recentemente presentato a Madrid, sulla sua superficie in trasparente sembra di volare a 10 centrimetri da terra!



Dove trovare Alessandra Scarfò Design:
e-shop QUI
Triennale di Milano
Galleria d'arte moderna di Roma
Guido Gobino, Torino (tazza Cioc Cioc)


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