giovedì 21 aprile 2011

The next three days


Immagina di fare colazione con la tua famiglia, improvvisamente due forti colpi alla porta: la polizia entra e fra le lacrime di tuo figlio arresta tua moglie (Elizabeth Banks, Shaft, tutti e tre gli ultimi Spider-Man, ma anche una intera annata di Scrubs in TV). Due anni dopo lei è stata definitivamente condannata . E' praticamente certo che passerà i prossimi trenta anni in carcere.
Tu cosa faresti?
Nell'improbabile ipotesi che fra i nostri lettori ci sia Russell Crowe la risposta sarebbe: qualsasi cosa!


Mike Haggis è un curioso caso di regista e sceneggiatore che si divide fra cinema e TV. Autore di  Crash - Contatto fisico e Nella valle di Elah, ha collaborato spesso con Eastwood ma ha anche scritto gli ultimi due 007. Una curiosità: se vi foste chiesti chi ha scritto le sceneggiature di  Walker Texas Ranger ebbene sì è lui ed è pure inglese! 
The Next three days pone una questione: quanto siamo disposti a spingerci oltre i limiti per realizzare ciò in cui crediamo, cosa accettiamo di lasciare indietro per raggiungere ciò che davvero conta? Tuttavia  ci pare che al regista interessi più porre la domanda che trovare una risposta. Questa si perderebbe comunque nel clamore di ruote che stridono e spari che rimbombano.


Russell Crowe interpeta il mite professore John Brennan, la cui ordinaria vita quotidiana viene sconvolta da una kafkiana irruzione dell'assurdo, sotto forma di arresto della moglie Lara per l'omicidio della propria superiore sul lavoro.
John non può credere che la moglie sia veramente colpevole, così quando è acclarata la condanna giudiziaria, escogita un piano per farla evadere e fuggire con lei. Nella fase preparazione John si scontrerà piuttosto dolorosamente  con le difficoltà  di compiere un atto illegale da parte di un ingenuo neofita del crimine. A tempo debito però John avrà reperito le risorse finanziarie, pianificato la fuga e rapito la incredula moglie dopo averla fatta trasportare fuori dal carcere con un inganno.
Riuscirà John da mite professore a trasformarsi in smaliziato criminale raggiungendo una rinnovata libertà con moglie e figlio? Ogni piano perfetto si scontra con l'imprevedibile, la sfortuna...vale davvero la pena di provarci?
Per sapere come finisce dovrete andare a scoprirlo al cinema, quello che è sicuro è che per John ne vale la pena. La sceneggiatura infatti si premura di chiarire che per il protagonista non è più tanto importante se la moglie è davvero colpevole oppure no; lui decide che non lo è, non lo può essere, e si comporta di conseguenza: di fronte a un sistema giudiziario che fallisce, il tentativo di ristabilimento della giustizia da parte di John passerà per diversi reati, fino a giungere - in modo che abbiamo trovato addirittura ironico - all'omicidio: Lara forse è innocente, John invece colpevole lo è di sicuro, ma allo spettatore ormai non importa più. Lara, fra l'altro, è un personaggio ambiguo, solo nelle ultime sequenze si scoprirà la verità su di lei, ma nel corso del film non ci sono appigli per anticipare la soluzione. Anche lo spettatore, come John, deve decidere in cosa credere.

Il film dopo una partenza fulminante tende a incepparsi nella fase di preparazione della fuga, per poi riprendersi (per fortuna!) nell'azione mozzafiato della fuga e dell'inseguimento.
Probabilmente qualche minuto in meno nella parte centrale della pellicola non avrebbe nuociuto alla scorrevolezza dell'insieme.

Il cast è straordinario e racchiude star del cinema e della TV.  Olivia Wilde (una bellezza moderna vista in The O.C. e Dr. House in TV), Liam Neeson, appena un cameo, come anche RZA (celebre rapper che ricordiamo per un cameo e la bella colonna sonora in Ghost Dog di Jarmusch), infine un commovente Brian Dennehy padre di John che intuisce le intenzioni del figlio ma non tenta di fermarlo, condividendone le motivazioni. Con questi attori ci sarebbe piaciuto vedere sviluppati meglio i personaggi di contorno.

Un dettaglio un po' inquitante sui tempi che viviamo: John impara molte cose, ad esempio fabbricare passepartout universali e scassinare le serrature delle automobili attraverso accurati tutorials su youtbe. Dopo "Clio Makeup" arriveremo a "Jake Breakup"?

Personalmente abbiamo già avuto modo (qui) di dichiarare la nostra ammirazione per Crowe, che sa con la forza delle emozioni rendere credibile l'inverosimile. Questa pellicola non resterà fra le sue più memorabili, ma noi lo seguiremo sempre con partecipazione nei bassifondi di Pittsburgh (brutta città, a giudicare da come è ripresa) per coprirgli le spalle da falsari infidi e spacciatori violenti. A quanto sembra, però, sa cavarsela alla grande anche da solo!

3 commenti:

  1. Io devo dire che non amo molto Russel Crowe ma mi hai fatto venire voglia di dargli un'opportunità ;)

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  2. Ho visto il film sabato sera, dopo aver visto Limitless il giorno prima (abbinamento poco propizio per il secondo film visto), e devo dire che mi ha un po' deluso. Crowe è sempre molto bravo, senza dubbio, ma il film mi ha quasi fatto addormentare, almeno per la sua prima metà (tolti i primi dieci minuti) e giuro che non sono una che solitamente sbadiglia al cinema!Si sarebbe potuto tagliare moltissimo, senza dubbio, ma forse è una scelta voluta, ovvero quella di far percepire allo spettatore il vero tempo delle cose, l'attesa e la preparazione alla fuga come essa sarebbe davvero, e non tutto fatto in 5 minuti come solitamente si vede sul grande schermo, per fortuna si è ripreso nell'ultima parte!:)

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  3. Ciao Tuzi! Anche io subito prima dell'inizio della fuga ho avuto un momento in cui iniziavo ad essere un po' insofferente, non credo che resterà fra i film da ricordare, ma tutto sommato a me non è dispiaciuto. Penso anche io che l'effetto fosse voluto, però mi sa che il regista ha esagerato! ;-)

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