"E' la somma di piccoli particolari
che fa l'uomo elegante"
Don Eugenio Marinella
Qualche tempo fa abbiamo partecipato ad un incontro con Maurizio Marinella, titolare della famosa casa napoletana che produce cravatte, e non solo, che ha raccontato con molta verve storia e aneddoti del suo mitico negozio.
Il negozio "Marinella" nasce nel 1914, quando il nonno dell'attuale proprietario decide di creare nel cuore di Napoli un angolo d'Inghilterra, dove i veri gentiluomini potessero trovare il meglio che allora si poteva offrire in fatto di abbigliamento. Ai più famosi marchi inglesi (Aquascutum e Penahligon, tanto per fare un esempio), Eugenio Marinella affianca due laboratori, uno che produce cravatte e l'altro camicie: erano quelli i tempi in cui i signori si facevano fare tutto su misura e nel guardaroba non potevano mancare almeno 12 camicie bianche e 12 camicie azzurre con mutande compagne (tutto di produzione Marinella ovviamente).
L'attuale Marinella, Maurizio, viene costretto dal nonno a passare tutto il tempo libero dalla scuola nel piccolo negozio di famiglia fin dai 5 anni e, dopo i primi comprensibili anni di odio per questa attività, ora la conduce con grande passione e amore, adeguandosi alle esigenze degli anni Duemila.
Oggi possedere una cravatta firmata Marinella è un must per capi di stato, emiri, e uomini famosi in generale, e Maurizio Marinella ha una miniera di aneddoti curiosi da raccontare. Acquistare una di queste cravatte è però alla portata di tutti, ma come scegliere quella giusta? Per guidarci nella scelta e evitare imperdonabili errori, ecco il decalogo di Don Eugenio Marinella, uno che sullo stile ha costruito la propria fortuna:
- Come in tutte le cose anche per la cravatta è una questione di misura: quella giusta è compresa tra gli 8,5 e i 9,5 cm nel punto più largo.
- Il nodo: importante imparare a farlo senza stringere troppo, per evitare l'effetto "impiccato". Disfarlo sempre la sera e appendere la cravatta ben tesa durante la notte.
- Avere la stoffa giusta: seta jaquard per le regimental, seta più leggera tipo foulard per gli stampati, fantasie per le cravatte dal tono elegante, lana a righe o fantasie scozzesi per l'abbigliamento invernale sportivo.
- Una cravatta per ogni occasione: al mattino preferire la cravatta chiara e di fantasia, la sera optare per una cravatta più scura.
- Non farsi consigliare e non demandare a nessuno la scelta della cravatta: l'unica regola è seguire l'istinto. Scegliere la cravatta deve essere un atto irrazionale.
- Anche l'istinto deve seguire una certa logica. Assolutamente da evitare: i disegni molto grandi e vistosi, quelle con un unico disegno centrale ma anche quelle troppo smorte e anonime. Ricordarsi che la cravatta rivela il carattere.
- Da preferire:quelle in tinta unita in colori decisi, piccoli disegni(pois, losanghe, quadretti, rombi, piccole stampe cachemire), righe trasversali di due o tre colori al massimo.
- I colori:la cravatta deve "staccare" dall'abito e dalla camicia, senza per questo fare a pugni. Deve essere di colore più scuro della camicia e più intenso di quello della giacca. E' spesso l'unica nota colorata di un abbigliamento serioso ma attenzione a non esagerare! Evitare il verde pisello, il giallo canarino così come il rosso fuoco ed il rosa confetto. Più scuri senza essere anonimi i bordeaux ed i rossi scuri, i blu, i verdi e i marroni.
- L'abbinamento con la camicia é un campo minato in cui solo il buongusto vi può guidare: da evitare comunque la sovrapposizione di una cravatta dal disegno fitto su una camicia a quadretti o l'abbinamento "tutto righe" di una cravatta regimental, camicia rigata e giacca in tessuto operato.
- Mai il coordinato cravatta+fazzoletto da taschino: è un'inutile quanto anacronistica affettazione. Evitare sempre di avere un aspetto d'insieme troppo curato e lezioso e optare per un'eleganza decontractée.
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