mercoledì 7 luglio 2010

Valentino - la solitudine dei numeri uno


Quale occasione migliore per Torino Style di unire la passione per la moda e quella per il cinema e vedere per voi il DVD di "Valentino - the last emperor"? La pellicola segue l'ultimo periodo della carriera del grande couturier, in particolare la sfilata parigina del 2007 e la celebrazione romana per i 45 anni di carriera; tecnicamente si tratta di un documentario, girato in presa diretta sui luoghi di lavoro, ed ha il grande pregio di consentirci uno sguardo all'interno del mondo un po' magico ed un po' misterioso dell'alta moda.
Il film è realizzato dal cineasta americano Matt Tyrnauer (bravo ed equilibrato). La domanda ci sorge spontanea: un progetto come questo viene realizzato da un americano perché la lontananza culturale gli consente uno sguardo privo di pregiudizio o perché in Italia nessuno è in grado di farlo? Attendiamo con  curiosità qualche commento in merito.

Il film centra l'attenzione sul sodalizio fra Valentino e Giancarlo Giammetti, rispettivamente la geniale anima creativa e la brillante mente organizzativa che hanno dato una grande contributo alla creazione del mito del made in Italy, infondendo vita e vigore ad una delle principali fashion companies a livello mondiale.
Una riflessione importante che il film propone è quella sul legame fra finanza e moda, precisamente su come il mondo della moda si vada trasformando sempre più in un mercato, comprimendo parzialmente la libertà creativa degli stilisti. Se la domanda di fondo è "oggi per un giovane stilista sarebbe ancora possibile diventare Valentino?", ebbene la risposta, purtroppo, pare scritta negli indici di bilancio più che nelle matite dei designers.

Nelle prime sequenze Valentino dichiara di essere stato inizialmente ispirato dal cinema, dai meravigliosi costumi delle dive del silver screen, e a noi pare che di questa ispirazione abbia fatto tesoro per una vita che sembra davvero un film: dalle prime esperienze parigine, agli incontri fondamentali, alla costruzione di un successo mondiale partendo sostanzialmente da zero e attraversando con la stessa eleganza le diverse epoche dagli anni '60 in poi.
Il film non manca di momenti ironici o buffi, che a nostro avviso alleggeriscono un po' l'insieme e non scalfiscono di una virgola nè l'uomo nè il mito che ha saputo creare.

Le sarte fanno tutto a mano (come Giammetti orgogliosamente rivendica), le mannequin paiono davvero più "strumenti di lavoro" che bellissime donne da ammirare, lo stile di Matteo Marzotto è da manuale, ma purtroppo nessun libro può insegnare la sua innata eleganza. Alle sfilate presenziano miriadi di attori hollywoodiani, ma in questo film sono solo comparse!
Momenti da ricordare: la geniale inquadratura dei carlini messi in fila sul sedile dell'aereo all'inizio del film, la scena della consegna della Legion d'Onore con i ringraziamenti sinceramente commossi a Giammetti, la camera che coglie il cambio d'espressione delle modelle, da trafelato nel backstage ad altero sul catwalk; infine Valentino e Karl Lagerfeld, mentre ammirano i vestiti appesi all'Ara Pacis, sembrano due generali avversari che si incontrano dopo anni di battaglie e non hanno bisogno di parole per capirsi. 

L'atmosfera del film, uscito nel 2009, è un po' da fine di un'epoca e forse è proprio così, oggi si ama forse più la moda dell'eleganza e la trasgressione più della professionalità. 
Valentino, per quanto ammirato, non pare compreso fino in fondo quasi da nessuno, come se il suo inarrivabile talento lo rendesse in qualche modo straniero. E' forse parte del destino dei numeri uno scalare la montagna fino alla vetta e scoprire che non v'è posto per nessun altro?

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