La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino non si occupa solo di arte contemporanea ma segue la creatività a 360° con diverse iniziative tra cui la rassegna Segni di moda. Il 5 ottobre era di scena la stilista spagnola Agatha Ruiz de la Prada; la serata dal titolo "La forma del colore" avrebbe dovuto, attraverso la guida del giornalista Cesare Cunaccia, rivelarci il concept della geniale madrilena. Non invidio il compito di Cunaccia e dico 'avrebbe', perchè Agatha è esattamente come le sue creazioni: incontenibile. Impossibile arginarne la prorompente allegria e definire la sua filosofia in seri botta e risposta, 'quattro chiacchiere in libertà' è una definizione sicuramente più calzante!
Spontanea e disponibile (nell'entrare nell'Auditorium della Fondazione la sua attenzione è stata attirata dalla mia collana, strategicamente indossata, e sono stata letteralmente sequestrata per una foto insieme), Agatha ha parlato a ruota libera, per più di un'ora, della sua famiglia e dei suoi esordi nel mondo della moda, incoraggiando i giovani designer presenti in sala con un ottimismo contagioso.
Rampolla aristocratica - in un paese dove l'aristocrazia vuol dire ancora qualcosa - un po' per ribellione, un po' per amore della libertà, la giovanissima Agatha decide di non farsi ingabbiare nel ruolo che la nascita le ha conferito e inizia a lavorare. E' autodidatta ma il tempo e il luogo sono quelli giusti: la movida madrilena e i suoi grandi geni sono un'avanguardia (vedi Pedro Almodovar e Pepe Rubio), una sinergia creativa che permette ad Agatha di sperimentare ed esternare liberamente la propria personalità dirompente in un intreccio di moda e arte. Sarà proprio con Rubio, personaggio geniale e bizzarro, che compie i primi passi, un "matrimonio" artistico che però non durerà molto. La ricerca e l'interesse di Agatha si concentrano sulle forme, la sua prima collezione è basata su gonne a ruota voluminosissime, enormi. Sorprendentemente l'attenzione di tutti non viene attirata dai volumi pazzi, bensì dal colore, forte, acceso, contrastante. Inizialmente criticata perchè poco commerciale, ben presto il colore diventa il suo marchio di fabbrica, incoronandola "la duena de los colores - la padrona dei colori". Pur avendo come riferimento Yves Saint Laurent e Balenciaga, Agatha sviluppa uno stile unico e personalissimo, come racconta lei stessa: avere uno stile proprio e applicarlo a tutto è importantissimo. Il mio stile ha suscitato fin dal primo momento reazioni contrapposte di odio o di amore, le critiche però - e inizialmente sono state molte - mi hanno aiutato ad affermare la mia personalità e a confermare il mio stile. Non mi sono mai adeguata ai dictat del mondo della moda, ma il mio essere "diversa" mi ha dato un'enorme riconoscibilità; ora colori allegri e cuori vengono associati immediatamente allo stile Ruiz de la Prada, una riconoscibilità che mi ha dato tantissimo, infatti sono una designer a 360°, ho ben 50 licenze diverse e la fortuna di firmare indistintamente oggetti e abbigliamento.
A coronamento di una carriera artistica trentennale, il Musée de la Piscine di Roubaix, riferimento dell'avanguardia francese, l'anno scorso ha dedicato alla stilista la mostra "Un jardin de corazones", cento abiti di Agatha Ruiz de la Prada, mostra di cui è giustamente orgogliosa: il risultato è meraviglioso, soprattutto per l'emozione, l'ottimismo e la vitalità che trasmette l'allestimento. E' una mostra pensata per passeggiarci dentro, come in un giardino immaginario. Una mostra che si vede e si sente" (El mundo).
Purtroppo il tempo stabilito per l'incontro è finito, Agata è attesa per altri impegni, non prima di un bagno di folla e due parole con tutti, però!
Agata Ruiz de la Prada con il designer Lapi (leggi post)
e con alcune delle partecipanti all'incontro
Online Store: www.agatharuizdelaprada.com/store
avrei voluto partecipare all'incontro...lo stile di agatha mi piace tantissimo, puro entusiasmo spagnolo!
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