Come cominciò la mia storia d’amore con l’Italia
Stavo guardando Mrs. Doubtfire ieri e mi sono tornati in mente i giorni in cui sgobbavo come babysitter. Arrivai a Milano per la prima volta quando avevo 19 anni, e lavorai lì per un anno, occupandomi di due mostriciattoli. Avevano 4 e 8 anni all’epoca. Scoprii che i loro genitori avevano cercato una giovane babysitter scandinava perché la precedente, tedesca, un giorno si era rotta un braccio cercando di impedire ai due bambini di buttarsi in mezzo al traffico. Dopodiché si era rifiutata di continuare ad occuparsi delle belve. Beh, sicuramente non era la migliore informazione da ricevere il primo giorno di lavoro. MA mi aiutarono a imparare l’italiano, mi aiutarono a conoscere ragazzi italiani (sorprendentemente – mica tanto… ndt – gli uomini trovavano molto molto attraente una giovane, bionda, “mamma” con due bambini biondi dagli occhioni sgranati) e soprattutto mi insegnarono a contare fino a 100 e a restare calma quando li trovai tutti e due con l’acqua fino alle ginocchia, intenti a dipingere i muri della loro camera di rosso, verde, blu e giallo con i colori a olio… Quella fu una grande giornata, alla fine della quale mi sedetti in cucina, accanto al pesce rosso, a guardare il panorama del Duomo, cercando di capire che cosa diavolo andasse storto con gli italiani.
Tess Key
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