giovedì 7 febbraio 2013

Quartet - la recensione

 a cura di The talking mule 


Settantacinque anni sono un'età più che rispettabile per un regista esordiente. Con il delicato Quartet, Dustin Hoffman si regala un'avventura in un ruolo per lui inusuale, confezionando un film sulla terza età lieve e piacevole, più profondo di quanto potrebbe sembrare ad un'occhiata superficiale.
Hoffman non solo dirige la pellicola con grande polso, andando dritto alla meta senza inutili divagazioni, ma resiste anche alla tentazione di ritagliarsi un ruolo da attore (ritenendosi forse troppo giovane per la parte?).
Un film piccolo nel budget, che però ha senso. Non cambierà la vostra vita, ma vale proprio la pena vederlo.

Sheridan Smith - Dr. Lucy Cogan


La sceneggiatura è adattata da Ronald Harwood (Servo di scena, Il pianista, Lo scafandro e la farfalla) a partire da un suo lavoro teatrale ed é stata ispirata da un documentario del 1984, Il bacio di Tosca, sulla casa di riposo per musicisti "Giuseppe Verdi" di Milano, fatta erigere dallo stesso Maestro.
Il film segue le vicende di un gruppo di anziani cantanti e musicisti, ospiti della casa di riposo Beecham House, presi dai preparativi per l'annuale concerto per la commemorazione della nascita di Verdi. La routine viene stravolta dall'arrivo di una vera e propria star, Jean Horton (Maggie Smith), ex moglie di Reggie (Tom Courtenay), ospite da tempo dell'istituzione insieme agli amici Wilf (Billy Connolly), un simpatico casinista con problemi di prostata, e Cissy (Pauline Collins), affetta  da alzheimer. 
I tre amici tentano di convincere la scorbutica Jean a tornare ad esibirsi in una riedizione del Rigoletto che i quattro tennero in gioventù riscuotendo un incredibile successo. Fra la difficoltà ad accettare il decadimento fisico e la voglia di creare qualcosa di bello che l'età non può sopire nell'artista, i quattro scopriranno che il risultato finale può essere molto di più della somma dei singoli se ci si sostiene l'uno con l'altro.

Tom Courtenay - Reggie e Billy Connolly - Wilf
Il Dustin Hoffman regista confeziona una pellicola che tratteggia la "vita da vecchi" senza affondare il colpo, perchè Quartet non è semplicemente un film su dei simpatici vecchietti, ma una dichiarazione di amore per ciò che muove ogni artista e che l'età non riesce a sopire: l'amore per la bellezza. Quasi tutti gli ospiti di Beecham House hanno sacrificato tutto all'arte: magari hanno avuto tanti matrimoni ma raramente figli e famiglie stabili. Giunti alla terza età non hanno più le forze, pur avendo ancora il fuoco dentro. Qualcuno ha defaillances mentali, qualcun'altro ha problemi ad accettare che il mondo vada avanti senza di lui, ma non è più tempo di personalismi: per chi non ha nessuno vicino è la squadra a far sì che tutto giri come deve. Non è l'età che conta, ma l'amore per quello che si fa, e dietro ad una facciata di problemi si nascondono risorse insospettabili. Una lezione da cui dovremmo imparare a trarre un maggior profitto, sempre.

Senza trucco: il cast con il regista

2012 - Quartet
Regia: Dustin Hoffman
Sceneggiatura: Ronald Harwood
Fotografia: John De Borman
Musiche: Dario Marianelli
Scenografia: Andrew McAlpine

1 commento:

  1. Una recensione che mi ha fatto venire voglia di vedere il film!
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